Fenebrutinib, un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK), ha ridotto significativamente il tasso annualizzato di ricadute (ARR) rispetto a teriflunomide, su un periodo di trattamento di almeno 96 settimane.
Questo dato emerge dal primo studio di Fase III (FENhance 2) dei due studi pivotali – (FENhance 1 e 2), costruiti in modo simile – condotti su pazienti con sclerosi multipla recidivante (SMR). Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario.
Anche lo studio pivotale di Fase III FENtrepid, che ha valutato fenebrutinib confrontato con ocrelizumab in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva (SMPP), ha raggiunto il suo endpoint primario. Fenebrutinib è risultato non inferiore rispetto a ocrelizumab, l’unica terapia approvata nella sclerosi multipla primariamente progressiva, nel ritardare l’insorgenza della progressione in un periodo di trattamento di almeno 120 settimane. Il beneficio di fenebrutinib rispetto a ocrelizumab è stato osservato già alla settimana 24 ed è durato per tutto il periodo di osservazione.
“Fenebrutinib ha sostanzialmente ridotto il numero di ricadute nella SMR e rallentato la progressione della disabilità nella SMPP. Questi risultati senza precedenti suggeriscono che fenebrutinib potrebbe potenzialmente diventare un farmaco ‘best-in-disease’ come primo trattamento orale ad alta efficacia per le persone con SMR o SMPP”, afferma Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche, “Questi risultati pivotal su fenebrutinib possono offrire una nuova speranza per le persone che convivono con la SM, e confermano il nostro costante impegno verso la comunità della Sclerosi Multipla”.
La sicurezza epatica è risultata in linea con i precedenti studi su fenebrutinib. Ulteriori dati di sicurezza sono in fase di valutazione. I risultati del secondo studio di Fase III sulla SMR (FENhance 1) sono invece attesi entro la prima metà del 2026.
Fenebrutinib ha come bersaglio i linfociti B e la microglia. Avere come bersaglio i linfociti B e la microglia permette di controllare l’infiammazione acuta causa di ricadute e la progressione della malattia causa di disabilità a lungo termine. E’ un BTKi non-covalente, progettato per avere elevata potenza, selettività e reversibilità. Queste caratteristiche gli consentono di attraversare la barriera emato-encefalica, esercitando un’azione diretta nel Sistema Nervoso Centrale.
Gli studi FENhance 1 e 2
Gli studi FENhance 1 e 2 sono studi di Fase III, disegnati in modo simile, multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, con doppio dummy, a gruppi paralleli, che valutano l’efficacia e la sicurezza di fenebrutinib sperimentale rispetto a teriflunomide in un totale di 1.497 pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante. L’endpoint primario è il tasso annualizzato di ricadute (ARR). Gli endpoint secondari chiave includono il tempo all’insorgenza della progressione confermata a 24 settimane con endpoint composito (cCDP24), della progressione confermata della disabilità a 12 settimane (CDP12) e a 24 settimane (CDP24).
Lo studio FENtrepid
Lo studio FENtrepid è uno studio di Fase III, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, con doppio dummy, a gruppi paralleli, per valutare l’efficacia e la sicurezza di fenebrutinib confrontato con ocrelizumab in 985 pazienti adulti con sclerosi multipla primariamente progressiva. L’endpoint primario è il tempo all’insorgenza della progressione confermata a 12 settimane con endpoint composito (cCDP12).
Il cCDP è un endpoint composito che comprende tre misure di disabilità: la disabilità funzionale totale (misurata dalla Expanded Disability Status Scale [EDSS]), la velocità di deambulazione (misurata dal test del cammino di 25 piedi cronometrato [T25FW]) e la funzione degli arti superiori (misurata dal test dei 9 pioli [9HPT]).
Meccanismo di azione di Fenebrutinib
Fenebrutinib è un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) sperimentale, orale, che penetra all’interno del sistema nervoso centrale, reversibile e non-covalente, con un profilo farmacocinetico (PK) ottimizzato. Ha dimostrato di essere 130 volte più selettivo per BTK rispetto ad altre chinasi. E’ un inibitore dell’attivazione sia delle cellule B che della microglia.
Questa duplice inibizione potrebbe essere in grado di ridurre sia l’attività della malattia nella sclerosi multipla, sia la progressione della disabilità. Ciò potrebbe potenzialmente rispondere al principale bisogno medico insoddisfatto della progressione della disabilità nelle persone che vivono con la sclerosi multipla, fornendo una cura completa per la malattia.
Il programma di Fase III di fenebrutinib comprende due studi costruiti in modo simile nella sclerosi multipla recidivante (FENhance 1 e 2) con il comparatore attivo teriflunomide.
FENtrepid, imvece, è l’unico studio nella sclerosi multipla in cui un inibitore di BTK viene valutato rispetto a ocrelizumab.

